Cosa è Ethereum? Conosciuto per essere la seconda criptovaluta al mondo per diffusione e capitalizzazione, in realtà è molto di più. Ethereum è una piattaforma basata sulla tecnologia blockchain, un ecosistema molto fertile per la nascita di nuovi progetti e nuovi token.
In questo articolo vedremo alcuni esempi e analizzeremo l’origine e l’evoluzione di Ethereum. Proveremo poi a rispondere alla domanda più difficile: “può ETH superare BTC un giorno?”. Continua a leggere, scopri cosa è importante sapere sul sistema Ethereum.
Cosa è Ethereum e come è nato? Tutto su ETH.
Cosa è Ethereum? Vediamolo subito, prima di approfondire come è nato. Ethereum è una piattaforma decentralizzata e condivisa basata sulla tecnologia blockchain (un registro continuo di transazioni protetto da crittografia), che permette di dare vita a migliaia di applicazioni e nuovi progetti, non limitati alle sole criptovalute.
Ethereum oggi è la più famosa piattaforma per creare smart contract, applicativi automatici che – senza intermediari e senza bisogno di un ente centrale – verificano, validano ed eseguono diverse operazioni che possono essere finanziarie, assicurative, di tracciabilità, di tutela della proprietà, etc. Tutto avviene in modo trasparente, più veloce e conveniente.
Per il funzionamento del sistema, è fondamentale l’Ether (ETH), la valuta nativa della piattaforma, acquistata dai partecipanti alla rete Ethereum per pagare le commissioni di transazione e rendere possibile l’esecuzione degli smart contract.
Ether è la seconda criptovaluta al mondo per capitalizzazione e ha avuto nel 2021 un’impennata senza precedenti. Ma come è iniziato tutto questo?
La nascita di Ethereum: la storia di Vitalik Buterin.
Quando Vitalik Buterin iniziò a lavorare su Ethereum aveva solo 19 anni. Questo ragazzo prodigio, di origine russa e residente in Canada, unì le sue passioni per la matematica, l’informatica e le criptovalute per dare vita, insieme al suo team, alla seconda blockchain più importante al mondo.
All’inizio, però, l’idea di Buterin era di lavorare sulla blockchain di Bitcoin per creare una piattaforma integrata che consentisse la circolazione di smart contract e lo sviluppo di nuovi progetti. Buterin riteneva che la tecnologia blockchain, grazie ad un linguaggio di programmazione più sofisticato, avrebbe potuto trovare applicazione in moltissimi ambiti oltre a quello finanziario.
Questa proposta fu però rifiutata dalla comunità Bitcoin che voleva sviluppare il BTC potenziando soprattutto il suo ruolo di valuta digitale e di riserva di valore. Così il sistema Ethereum prese forma su una blockchain separata da Bitcoin.
Quando ho inventato Ethereum, il mio primo pensiero è stato: “Ok, questa cosa è troppo bella per essere vera”
Vitalik Buterin, fondatore di Ethereum.
Nel 2013 Buterin pubblicò il primo articolo dedicato a Ethereum su Bitcoin Magazine la rivista che lui stesso aveva fondato due anni prima. Qualche mese dopo, rilasciò il white paper ufficiale in cui spiegava il funzionamento di Ethereum.
Memorabile fu il suo intervento alla Miamy Bitcoin Conference 2014. Un ragazzo magrolino ancora poco conosciuto, ma dallo sguardo penetrante, stava per lanciare una delle più importanti innovazioni in campo FinTech degli ultimi 10 anni: Ethereum. Forse, buona parte del pubblico non si accorse che, quel giorno, si stava facendo la storia. Le sue idee, però, gli fruttarono una borsa di studio di 100.000 $ per continuare il progetto.
Il team di Ethereum: Di Iorio, Lubin, Wilke, Wood…
Vitalik Buterin, incassata la borsa di studio, lasciò l’Università, creò l’organizzazione no profit Ethereum Foundation e si dedicò a tempo pieno allo sviluppo del suo progetto insieme agli altri cofondatori di Ethereum.
Tra di loro ricordiamo gli imprenditori Antony Di Iorio (che aveva creato e compattato la squadra fin dall’inizio), Joseph Lubin (oggi CEO di consenSys), lo sviluppatore informatico Jeffrey Wilke e il programmatore Gavin Wood (creatore anche di Polkadot). Quest’ultimo riuscì a scoprire il linguaggio di codifica della rete Ethereum chiamato Solidity e nel 2014 pubblicò il Yellow Paper della macchina virtuale di Ethereum che rappresenta il sistema di esecuzione degli smart contract.
L’evoluzione di Ethereum: dal lancio di Ether agli NFT.
Per finanziare lo sviluppo di Ethereum, nel 2014 si diede vita a una ICO, un’offerta di moneta iniziale. Vennero distribuiti 60 milioni di tocken Ether (ETC), e raccolti 31.500 BTC equivalenti a circa 18.450.000 dollari. Grazie a questi fondi, Il 30 luglio 2015 ci fu il lancio della rete, con la versione beta detta Frontier.
Nel 2016, sulla blockchain Ethereum, fu creata The DAO una “Decentralized autonomous organization” che raccolse 150 milioni di dollari ma, in seguito a un hackeraggio, un terzo del denaro fu sottratto. Si decise allora di far morire il ramo della blockchain con le transazioni viziate e, proprio da questo, nacque Ethereum Classic (ETC), un progetto tuttora esistente.
La diffusione delle ICO e la grande bolla del 2018.
Dopo l’hacking della DAO il prezzo di Ethereum si dimezzò, ma risalì nel tempo grazie alle migliaia di ICO (Initial Coin Offering), che furono lanciate sulla sua rete: ad agosto 2017, Ethereum ospitava circa 6.000 nuovi token. A gennaio 2018, il valore di ETH ebbe una forte impennata e toccò i 1.300 dollari. Le ICO, però, erano materiale rischioso, le truffe si moltiplicarono e molte persone si trovarono con zero soldi nei wallet. Gli enti regolatori del mondo finanziario, allora, fecero piazza pulita di buona parte delle ICO. Oltre a migliaia di token spazzatura nati durante il boom dell’ICO, però, numerosi progetti validi e innovativi come EOS, Tron e Cardano poterono raccogliere fondi e svilupparsi.
La risalita di ETH, fino all’impennata del 2021.
Nel marzo 2018 il contraccolpo della “Bolla ICO” fece calare sensibilmente il valore degli ETH. Se, però, Ethereum restò a galla negli anni più difficili, il merito fu della sua capacità di rinnovarsi e di lanciare validi progetti di finanza decentralizzata (DeFi), come Mekerdao e Uniswapp. Quest’ultimo fece da apripista ai DEX (exchange decentralizzati).
È storia recente l’impennata di Ethereum nel 2021, con ETH più volte sopra il tetto dei 4.000 dollari: una crescita favorita dalla diffusione della tecnologia NFT e dalla nascita della piattaforma Open Sea, il principale marketplace di NFT su Ethereum.
Come funziona Ethereum e il consenso Proof-of-Work.
Ethereum è una piattaforma decentralizzata e open source basata sulla tecnologia blockchain, che consente a ogni sviluppatore di contribuire al codice sorgente.
Al momento della stesura di questo articolo, la blockchain di Ehereum per funzionare utilizza un meccanismo di consenso definito Proof of Work (PoW). In pratica, i computer che costituiscono i nodi della rete sfruttano la loro potenza di calcolo (attività di mining), competendo tra di loro per produrre nuovi “blocchi” e confermare tutte le transazioni contenute in essi, garantendo così il funzionamento e la sicurezza del sistema.
La ricompensa per questa attività informatica sono gli Ether, la criptovaluta di Ethereum, la seconda al mondo per capitalizzazione.
È importante sottolineare che Ethereum sta passando dal sistema PoW (Proof of Work) a PoS (Proof of Stake). Nel paragrafo conclusivo analizzeremo questa imminente evoluzione.
Ethereum e le opportunità degli smart contracts e delle DApps.
Se da un lato, la blockchain di Ethereum è simile a quella del Bitcoin, in quanto conserva lo storico delle transazioni, dall’altro presenta una sostanziale differenza: permette anche ai programmatori di creare e far eseguire automaticamente i software chiamati Smart Contracts e costruire e distribuire applicazioni decentralizzate (“DApps“).
Gli smart contracts sono dei protocolli informatici che gestiscono le transazioni in modo pre-programmato e automatizzato. Al loro interno ci sono tutte le clausole contrattuali e, quando si verificano determinate condizioni tra le parti, vengono eseguiti senza l’azione di un intermediario. Così, le transazioni risultano trasparenti, immutabili, programmabili, autonome e soprattutto decentralizzate.
Le DApps (Decentralized Application), sono applicazioni costruite su una rete decentralizzata che coniugano uno smart contract con un’interfaccia utente di front end. Sulla rete Ethereum si sono sviluppate molte DApps di successo tra cui Bancor e IDEX.
Le applicazioni decentralizzate non possono essere censurate e non hanno downtime. I campi di impiego sono tantissimi tra cui la DeFi, il gaming e gli NFT. A proposito di NFT, Ethereum oggi è la rete più utilizzata per la creazione e lo scambio dei Non Fungible Token.
Come utilizzare Ethereum e dove tenere gli Ether.
Abbiamo visto cosa è Ethereum, la sua storia e le sue potenzialità. Ma come si conservano gli Ether e come avvengono le transazioni?
Per conservare gli Ether, trasferirli ad altri utenti, ricevere ed effettuare pagamenti, è necessario avere un portafoglio ETH, meglio detto Wallet ETH. I wallet o portafogli elettronici sono sistemi software, hardware o piattaforme online, dove è possibile conservare i propri ethereum oppure altre criptovalute.
Una cosa importante da ricordare è che nei portafogli elettronici non è memorizzato nulla, nel senso che non esiste una forma tangibile delle valute digitali. Tutto esiste sul libro mastro online chiamato blockchain, con cui il portafoglio è in grado di interagire.
Tutti i wallet ETH prevedono una doppia chiave: una privata e una pubblica.
- CHIAVE PRIVATA: serve per accedere al proprio portafoglio ed effettuare le transazioni.
- LA CHIAVE PUBBLICA o indirizzo wallet è costituita da un personale codice identificativo alfanumerico ed è fatta per essere condivisa qualora un altro utente volesse inviare dei ethereum a quel portafoglio. Praticamente, una sorta di IBAN.
Una transazione di ETH, in pratica, non è altro che un trasferimento di valori tra portafogli, che viene incluso nella blockchain.
Per interagire più facilmente con la blockchain di Ethereum e le sue applicazioni esistono i browser wallet come Metamask, lanciato dalla società ConsenSys di Joseph Lubin.
Metamask è un’estensione compatibile con diversi browser che permette di conservare, scambiare e ricevere tutti i token basati sulla blockchain Ethereum (anche gli NFT), ed eseguire le DApp di Ethereum direttamente nel browser. Il successo di questo wallet – che consente di firmare le transazioni e gestire le chiavi pubbliche e private – è dovuto alla semplicità di interfacciarsi con i siti web e le applicazioni della DeFi.
Ethereum può superare Bitcoin? E in quanto tempo?
Dopo aver visto cosa è Ethereum, la sua evoluzione e le sue applicazioni, rispondiamo alla domanda più “calda” del momento: “Ethereum può superare Bitcoin?”.
La blockchain di Ethereum è sempre più utilizzata: gli utenti della DeFi continuano a crescere, gli NFT stanno esplodendo e il passaggio a Ethereum 2.0 è alle porte. Ma tutto questo basta per ipotizzare il flippening, cioè che la capitalizzazione di mercato di ETH possa superare un giorno quella di BTC?
Probabilmente, qualora dovesse verificarsi, il flippening non sarebbe immediato e (come ipotizzato da Nigel Green, CEO di deVere Group), potrebbe accadere in un quinquennio.
Un’altra posizione con cui è plausibile allinearsi è quella di John Ladeluca, CEO e fondatore di Banz Capital, che ha affermato:
In termini di market cap e valutazione complessiva, non credo che Ethereum riuscirà mai a superare Bitcoin.
John Ladeluca, CEO e fondatore di Banz Capital
Detto questo, Bitcoin non intende arrivare allo scontro frontale con Ethereum e viceversa. Bitcoin intende, da sempre, essere un’alternativa al denaro classico e una riserva di valore. Ethereum, invece, punta soprattutto a sviluppare la migliore rete possibile per creare ed eseguire applicazioni decentralizzate e smart contract.
Per entrambi, l’obiettivo è rafforzare le rispettive posizioni, per continuare ad essere protagonisti assoluti anche in futuro, portando innovazioni decisive ai propri ecosistemi.
Verso Ethereum 2.0. Cosa cambierà con il Proof of Stake?
Nel mondo Ethereum c’è un’imminente evoluzione che tutti attendono. Il 2022 dovrebbe essere l’anno di Ethereum 2.0 noto anche come Serenity. Un aggiornamento decisivo, che dovrebbe consentire alla rete di supportare dati per decine di migliaia di transazioni al secondo, invece delle attuali 15, rendere molto più complicati gli attacchi hacker e consumare molta meno energia. Ma in concreto, cosa cambierà?
Grazie a un meccanismo detto sharding i dati della blockchain saranno suddivisi in sottoinsiemi più piccoli, rendendo più agevole la loro gestione da parte di computer. E poi, cosa molto importante, varierà l’algoritmo di consenso e si passerà dall’attuale Proof of Work (PoW), al Proof of Stake (PoS).
Nel sistema Proof of Work di Ethereum i computer che costituiscono i nodi della rete sfruttano la loro potenza di calcolo competendo tra di loro per estrarre nuovi “blocchi” (attività di mining) e confermare tutte le transazioni contenute in essi, garantendo così la crescita e la sicurezza del sistema. Questo prevede un cospicuo compenso in Ether, ma anche rilevanti spese energetiche e la produzione di inquinamento.
Nel futuro sistema Proof of Stake di Ethereum 2.0, i blocchi non verranno estratti (mining) ma coniati (forge). Per partecipare al network e ricevere in cambio una ricompensa occorrerà depositare una quota di Ether all’interno del sistema, impegnandola come una sorta di garanzia. I partecipanti saranno selezionati in base a tre criteri principali: il numero di Ether detenuti da ciascun utente, la longevità degli stake (depositi) e un fattore randomico. L’incentivo sarà una fee trattenuta sulla transazione validata.
Ethereum 2.0, quindi, avrà un costo in termini energetici ed hardware minore rispetto alla versione attuale e consentirà, potenzialmente a tutti, di partecipare allo sviluppo della sua blockchain.
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