Cos’è lo staking crypto? Con questo termine si fa riferimento alla possibilità di contribuire alla sicurezza di una blockchain proof-of-stake e ricevere delle ricompense (rewards) attraverso le proprie criptovalute. Cardano, Cosmos, Solana: ogni network PoS ha tipologie di staking on-chain con parametri e specifiche differenti. Inoltre, alcune piattaforme offrono anche la possibilità di fare staking off-chain, ovvero di bloccare parte dei propri fondi in cambio di interessi.
Nelle blockchain proof-of-stake, i validatori mettono in staking i loro asset come “posta in gioco” che può venire confiscata se si comportano in maniera scorretta.
Gritt Trakulhoon, analista crypto per Titan
In questo articolo scopriremo che cos’è lo staking crypto, come funziona, e come possiamo mettere a rendita le nostre criptovalute. Analizzeremo anche tutti i benefici e i rischi da conoscere prima di cominciare. Buona lettura!
Staking crypto significato: proof of stake, validatori e ricompense.
Alcune blockchain funzionano grazie ad un metodo di consenso chiamato proof of stake (PoS), come spieghiamo approfonditamente in questo articolo. Questo meccanismo prevede che una rete sia messa in sicurezza da particolari nodi chiamati validatori (in inglese validators). I validatori hanno il compito di creare nuovi blocchi e di verificare quelli creati da altri, controllando che siano corretti e che non contengano transazioni false.
I validatori ricevono inoltre delle ricompense se compiono bene il proprio lavoro, e vengono penalizzati se commettono degli errori, oppure se cercano di truffare il sistema. Per questo si usa la parola “stake”, che in italiano si può tradurre con “posta in gioco”. I validatori sono infatti portati a comportarsi correttamente per non perdere la loro posta in gioco.
Le blockchain che funzionano grazie al PoS permettono dunque agli utenti di fare staking dei loro token, e li incentivano per questo. È possibile fare staking direttamente, oppure delegare i propri asset ad un validatore scelto.
Staking crypto: staking ADA, staking ATOM, e altre criptovalute PoS.
Vediamo insieme alcuni esempi di criptovalute che possono essere messe in staking.
- Staking ADA: la criptovaluta della blockchain Cardano può essere messa in staking e generare delle ricompense. Per approfondire questo argomento abbiamo creato un articolo specifico: “Cos’è Cardano? Come funziona questa blockchain e come mettere ADA in staking.“
- Staking ATOM: anche la criptovaluta ATOM della blockchain Cosmos può essere messa in staking . Questo articolo analizza da vicino il funzionamento di ATOM e di Cosmos, l’internet delle blockchain.
- Staking ETH: la blockchain Ethereum vedrà prossimamente un upgrade al metodo di consenso proof of stake. Questo renderà possibile mettere in staking la criptovaluta ETH similmente a quanto avviene con ADA e ATOM. Al momento è possibile fare lo staking di ETH solo su alcune piattaforme, come ad esempio Kraken.
- Staking di criptovalute PoS: in generale, le blockchain basate sul metodo di consenso proof of stake offrono la possibilità di mettere in staking le rispettive criptovalute. Ad esempio, anche MATIC (Polygon), XTZ (Tezos) e SOL (Solana) possono essere messe in staking per rafforzare il network e generare rewards.
I vantaggi dello staking: mettere in sicurezza la blockchain e ricevere ricompense.
Ora che abbiamo spiegato cos’è lo staking crypto e come funziona, analizziamo da vicino quali sono i vantaggi di questa possibilità offerta agli utenti di una blockchain PoS.
Staking crypto: i vantaggi.
Mettere in staking ADA, ATOM e altre criptovalute offre dei vantaggi molto interessanti, ecco i principali.
- Contribuire alla sicurezza della rete: grazie allo staking si contribuisce alla sicurezza e al corretto funzionamento di una blockchain. I validatori a cui deleghiamo le nostre criptovalute, infatti, fanno in modo che i nuovi blocchi siano validi e sicuri.
- Ottenere nuovi airdrop: alcuni progetti crypto offrono token gratuiti a chi contribuisce alla sicurezza della blockchain attraverso lo staking. Questo articolo spiega come fare per ottenere gli airdrop.
- Guadagnare ricompense: il meccanismo dello staking, seppur con varie differenze specifiche, permette di ottenere delle rewards. Gli utenti che decidono di bloccare parte del loro capitale attraverso lo staking vengono ricompensati con un’erogazione periodica di nuove criptovalute.
- Potere di voto: vari progetti crypto permettono agli utenti che hanno delle criptovalute in staking di partecipare ai processi decisionali mediante votazione.
Ora che abbiamo analizzato tutti i vantaggi dello staking, proseguiamo introducendo un’altra variante di questo meccanismo.
Staking su Binance, Kraken, Coinbase: mettere a rendita le criptovalute per ottenere interessi.
Il tipo di staking che abbiamo discusso finora è chiamato “on-chain” in quanto è un meccanismo intrinseco di una blockchain. Ad esempio, se decidiamo di mettere in staking ADA (la coin di Cardano), lo possiamo fare interagendo direttamente con la blockchain, senza bisogno di intermediari o di terze parti. Per un approfondimento specifico su come mettere in staking ADA puoi leggere questo articolo.
Staking on-chain vs staking off-chain: qual è la differenza?
Oltre allo staking on-chain, esiste anche un altro tipo di staking crypto: lo staking off-chain. Ma che differenze ci sono tra staking on-chain vs staking off-chain?
Lo staking off-chain è un meccanismo che ci permette di ottenere una rendita “bloccando” per un certo periodo di tempo parte del nostro capitale in criptovalute, fornendo liquidità ad un servizio o ad un protocollo. Per fare ciò esistono varie piattaforme centralizzate, così come soluzioni decentralizzate in DeFi. Ad esempio, vari CEX (exchange centralizzati), oltre al tradizionale staking on-chain, offrono anche la possibilità di fare staking off-chain in cambio di ricompense periodiche variabili. Anche molti protocolli della finanza decentralizzata permettono di fornire liquidità a pool di criptovalute, incentivando gli utenti con APY (interessi annuali) più o meno alti.
Staking su Binance: la famosa piattaforma crypto Binance, che ha recentemente ottenuto una licenza anche in Italia, offre la possibilità di mettere a rendita le proprie criptovalute presenti sull’exchange. Come fare staking su Binance? È semplice: all’interno del nostro account navighiamo sul menù a tendina “GUADAGNA” e poi su “BINANCE EARN”. Qui possiamo scegliere tra varie possibilità di staking crypto: on-chain, off-chain, staking DeFi, ecc. Dobbiamo selezionare la criptovaluta che ci interessa e, dopo aver definito la quantità da mettere in staking, confermare l’operazione.
Staking su Kraken: l’exchange centralizzato Kraken permette di fare staking on-chain e off-chain di diversi asset. Tra gli altri, su Kraken possiamo mettere in staking anche ETH in attesa dell’upgrade del network (chiamato “the merge” o “Ethereum 2.0”).
Staking su Coinbase: anche su Coinbase è possibile fare staking di alcuni asset, e guadagnare ricompense periodiche a seconda dell’APY. Il servizio interessato si chiama “Coinbase Earn”.
Oltre agli exchange più comuni, esistono anche altre piattaforme centralizzate che permettono di fare staking di stablecoin e altre criptovalute e di guadagnare delle ricompense. Tra le piattaforme centralizzate più conosciute troviamo Nexo e BlockFi.
Se invece preferiamo muoverci nel mondo della DeFi, AAVE, Compound, Uniswap e Biswap sono sicuramente nomi da conoscere. Se vuoi approfondire questo tema e scoprire di più, abbiamo due articoli perfetti per te:
- Cosa sono le stablecoin? Tether, USDC, BUSD, DAI e come metterle a rendita.
- Liquidity provider su Biswap: come fornire liquidità al DEX e fare yield farming.
Staking crypto rischi: tutti i pericoli da conoscere prima di cominciare.
Abbiamo fin qui illustrato le varie possibilità per fare staking delle nostre criptovalute. È arrivato il momento di analizzare quali sono i rischi e i pericoli dello staking.
Staking crypto: i rischi.
Prima di procedere con lo staking, è veramente importante comprendere appieno quali sono i rischi e le limitazioni di questa procedura. Staking crypto rischi: ecco i principali.
- Fondi bloccati per un certo periodo: molte blockchain PoS, come ad esempio Cosmos, bloccano i fondi in staking per un determinato periodo. Ad esempio, se abbiamo ATOM in staking e vogliamo venderli o trasferirli, dovremo aspettare 21 giorni prima di poterli muovere.
- Problemi derivanti dal comportamento dei validatori: se i validatori a cui abbiamo delegato le nostre criptovalute commettono degli errori o si comportano in maniera scorretta, anche noi possiamo venire penalizzati in maniera più o meno grave.
- Perdita del controllo diretto e centralizzazione: se decidiamo di mettere i nostri fondi in staking off-chain su piattaforme centralizzate perdiamo, almeno temporaneamente, il controllo diretto sui nostri asset. Not your keys not your coins!
- Possibili problemi tecnici in DeFi: quando deleghiamo le nostre criptovalute in una pool di un protocollo DeFi, ci esponiamo a possibili rischi tecnici come bug e hack. Attenzione!
Come facciamo ogni volta, ricordiamo anche qui quanto sia importante muoversi con cautela e studiare i dettagli prima di gettarsi a capofitto in un nuovo protocollo o progetto crypto!
Staking crypto: conclusione.
In questo articolo abbiamo spiegato tutto quello che c’è da sapere sullo staking crypto. Cos’è, come funziona e come possiamo fare per mettere a rendita le nostre criptovalute. Grazie allo staking diamo il nostro contributo al corretto funzionamento e alla sicurezza di una blockchain PoS e riceviamo delle ricompense in cambio.
Come abbiamo spiegato, però, nessuna procedura è esente da rischi, e prima di cominciare dobbiamo comprendere appieno tutti i pericoli connessi. Scam, truffe e frodi non mancano nel mondo crypto, e per questo è importante tenere gli occhi sempre bene aperti. Se vuoi approfondire l’argomento puoi dare un’occhiata a questo articolo: “Scam crypto: le 7 truffe più comuni e come proteggersi.“
Grazie per aver letto fin qui, e ricorda: “always do your own research”. Fai sempre le tue ricerche!
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